Riccardo Maffoni è tornato. Il cantautore bresciano,
vincitore del Festival di Sanremo sezione Nuove Proposte nel 2006, ha lanciato
il 13 marzo scorso il nuovo singolo Faccia che anticipa l’omonimo album in
uscita il 6 aprile.
L’artista è stato ospite per le interviste in musica ad
Amore Night Club, la trasmissione in onda su Radio Amore, il mercoledì dalle 21
alle 23, dove ha raccontato gli anni dalla vittoria sanremese ad oggi
anticipando l’uscita del suo nuovo disco di inediti.
Riccardo torni dopo
la vittoria di Sanremo Giovani del 2006 con un nuovo progetto. Ce ne parli.
«In
questi 12 anni sono accadute tante cose. La vittoria al Festival mi ha
consentito di girare molto con la mia musica sia in Italia che all’estero. Ho
anche pubblicato un secondo album nel 2008. In questi anni ho scritto
tantissimo, ho dedicato molto tempo alla musica e molte delle canzoni scritte
in questo periodo sono confluite nel nuovo album Faccia che uscirà il 6 aprile.
Il disco è stato registrato lo scorso anno e contiene anche brani che sono nati
durante il periodo della registrazione che per me è un momento molto creativo.
Per esempio il singolo Faccia, che dà anche il titolo all’album, è nata proprio
così. Nel disco ho cercato di mettere tutto me stesso. E’ molto vario, contiene
quattordici tracce, abbiamo avuto modo di variare molto, sia come argomenti che
come suoni. Ci sono ballate intime, così come canzoni rock più forti, ma anche
brani che parlano d’amore. Ci sono dentro tutte le sfaccettature di come sono
io sia come artista, ma soprattutto come uomo perché in fondo nella mia musica
metto molto di me».
Come è cambiato
Riccardo Maffoni in questi anni?
«In
tutti questi anni sono cresciuto sia come persona che come artista. Rispetto
agli esordi c’è molta più consapevolezza di tutto quello che sto facendo, di
quello che ho attorno, di quello che sono. E’ molto importante scoprire se
stessi. A volte ci vuole tempo per capire chi sei veramente e scoprire il
potenziale che hai dento e che a volte è nascosto ma se guardi bene è lì ed
aspetta di uscire. Sono sicuramente più maturo, ho fatto tante esperienze.
Sicuramente conosco meglio il lavoro che faccio rispetto agli inizi, ma ritengo
che sia fondamentale mantenere un po’ di quella incoscienza di quando si è
ragazzini perché fare questo lavoro e salire sul palco ci vuole anche della
sana incoscienza per trasmettere le proprie emozioni e farle arrivare alle
persone».
Il tuo rapporto con i
live?
«Le
esibizioni dal vivo sono i momenti più belli perché sono quei momenti in cui c’è
maggiore energia. C’è uno scambio di emozioni con le persone ed è una
sensazione incredibile. Credo che sia uno dei momenti più emozionanti di questo
lavoro. E’ la vera essenza di un cantautore perché quando ti accorgi che le
emozioni che hai messo dentro ad una canzone arrivano al cuore della gente,
senti di aver fatto bene il tuo lavoro bene».
Per te è più importante che il
senso che dai alle tue canzoni arrivi alle persone o che comunque queste
arrivino trasmettendo emozioni e che ognuno le faccia proprie?
«Quando
si scrive si cerca di dare delle indicazioni su quello che si sta dicendo, di
far percepire il significato. Però mi rendo conto che a volte ascoltando
canzoni di altri le vivo in maniera diversa rispetto a quello che l’artista
voleva trasmettere. Quindi credo che questo accada anche con le mie canzoni.
Dico sempre che la canzone è mia nel momento in cui la scrivo, poi quando la
registro diventa di tutti. Quindi se le persone la interpretano a loro modo è bello
anche questo. Sono belle entrambe le cose, sia arrivare alle persone facendo
capire quello che volevi trasmettere, ma anche che le persone le vivano a loro
piacimento. Una canzone nasce da una emozione e quindi la missione è quella di
arrivare al cuore delle persone».
Come è cambiato il mondo della
musica in questi anni?
«Rispetto
a qualche anno fa è cambiato molto l’ambiente musicale. Oggi con internet è
cambiato inizialmente il modo di ascoltare la musica rispetto a quando c’erano
solo il disco o la radio. Oggi la musica ce l’abbiamo in tasca e questo non so
se è un bene nel senso che oggi è talmente tanta che a volte forse perde di
valore. Forse il fatto di pagarla o di aspettarla in radio per ore e ore dava
più valore alla musica rispetto ad oggi che ne hai una fruizione gratuita ed
usa e getta. Credo che comunque la musica sia molto importante e che in giro ci
siano davvero molti artisti validi. Credo che un mondo senza musica non
potrebbe esistere».
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